Doppia Recensione: Steno e Gli Avvoltoi + Dalton

Incredibile ma vero, un articolo che non è un live report! Ora nevica!

Gli Avvoltoi & Steno “Un uomo rispettabile/ Scenderemo nelle strade”, Ostia Records, 7″, 2023

I simboli di Bologna? Le due torri, i tortellini, i portici, gli studenti fuorisede de sinistra, Piazza Maggiore, la curva Andrea Costa… e i Nabat e Steno. Ma un marchio indelebile della controcultura bolognese sono anche Gli Avvoltoi, band beat 60s attiva dall’85/86 e capitanata dall’inossidabile Moreno Spirogi, autrice di ottimi album cult come il debutto “Il nostro è solo un mondo beat” (recuperatelo) e di innumerevoli singoli.
Inoltre (e qui mi dò delle arie da uomo di cultura), Gli Avvoltoi vengono citati spesso nei libri dello scrittore bolognese Gianluca Morozzi, mio pallino personale (autore anche di un bel libro sugli Skiantos, ma vi invito a recuperare anche qualcuno dei suoi libri di fiction, e qui chiudo la parentesi intellettuale, che andiamo fuori rotta).
Tutto questo preambolo per dire che se non conoscete Gli Avvoltoi siete i soliti poseuroni panc e schin che pensano solo alla birra di bassa qualità e alle calze a rete di qualche panchettina o ai tigers di qualche panchettone (cito prima il pubblico maschile non per sessismo ma perchè guardo le statistiche di chi frequenta il benemerito canale YouTube della casa, e se tanto mi dà tanto qui è la solita sagra della salsiccia [io qui non uso cookies o altro, fottesega di chi legge o non legge, e le statistiche su YouTube le leggo solo quando mi annoio, ndR]).
Ma dai che si scherza, lo faccio per provocarvi, qui si accettano anche i testoni come voi, e persino i fan dei Blink 182!
Vabbè, andiamo al sodo: 7″ prodotto dalla benemerita Ostia Records, due canzoni già viste e già sentite in più salse: “Un uomo rispettabile” è la cover dei Kinks (“A well respected man”, potevate anche arrivarci da soli) che i beat bolognesi reinterpretano (e dico “reinterpretano” e non semplicemente “coverizzano”, visto che non si limitano a fare il compitino ma testo e in parte arrangiamento sono diversi e frutto di un lavoro decisamente “rispettabile” [gomitino gomitino]) da diversi anni, sia dal vivo sia in uno dei loro primi singoli. La versione col vocione di Steno convince e stravince, è paradossalmente modernizzata e al tempo stesso perfettamente retrò (ottimo il lavoro di Pecos in studio; e questa non è una sorpresa). Ma sa stupire (e quanto!) anche il lato B, in cui “Scenderemo nelle strade” (dove la parte di Steno è limitata a qualche coro, e canta invece il buon Moreno) riesce a rimanere in miracoloso equilibrio con una canzone che da inno stradaiolo schineddpancardecore goduriosamente populista e popolare diventa canzone vera e propria, interpretata col giusto mix di schiettezza, umorismo (oi! fatti una risata) e rispetto del materiale originale.

Ho usato insomma un sacco di paroloni nel tentativo di rintontire quelle vostre zucche vuote e spingervi a comprare un disco suonato cantato e composto da vecchiacci che però sanno essere più freschi e sul pezzo di tanti giovinastri senz’arte né parte. Lunga vita ai beat boomer! Edizione limitata a 200 copie se questo eccita il vostro fetish da collezionisti. Troviamo un difetto? Dai troviamolo: avrei fatto il vinile col buco grande anni ’60 (che poi non è manco vero, io quei dischi li odio perché poi quando voglio ascoltarli non trovo mai l’adattatore).

Dalton “Sappi/ Ti conviene” Hellnation, 7″ 2023

Altro giro altro beat, anzi altro Beat, anzi ancora altro BeatPunk. Devo dire che quando il lato A dei Dalton ha iniziato a girare ho guardato un po’ stranito il mio giradischi (che sonnecchiava da un paio di settimane) chiedendogli/mi se avevo messo il disco giusto.
Eh già eh già, i Dalton non hanno mai smesso di rinnovarsi ed evolversi, che detta così sembra una brutta roba da gruppo prog rock lanciato verso concept album con canzoni da 7 minuti e mezzo, ma in realtà,

molto più semplicemente, questa “evoluzione” ci ha regalato 3 album diversi tra loro eppure tutti molto buoni come “Come stai”, “Deimalati” e “Papillon”.
Questo nuovo singolo, uscito un po’ a sorpresa a settembre, ci presenta due nuove canzoni del combo romano di Boot Boy che dopo aver esplorato punk, pub rock, rock and roll e cantautorato italiano questa volta spinge sul pedale del Beat Punk molto più di prima. “Sappi” è un pezzo pur sempre alla Dalton, fatto di rime baciate che a volte sembrano ingenue pur non essendolo (scuola Battisti), che scorre leggero (con una voce più delicata del solito) e che pur centrando il punto questa volta colpisce forse un po’ meno che in passato. Cioè, va tutto bene, ma visto come i romani ci hanno viziato in passato, è difficile accontentarsi. Il lato B, “Senza eroi” invece è più classicamente Dalton, pezzo un po’ più sporco che richiama alla mente (o sarà un impressione data dal titolo?) i loro concittadini Klaxon e qualcosa di punk 77 e pub rock. Lato B un cazzo. Niente male.
Confezione scarna (niente foglietto interno), adatta ad una band che si preoccupa più del contenuto che della forma con testi in bianco e nero ma con i credits in un rosso che mi causa ogni volta la perdita di svariate diottrie.
In poche parole, coraggioso e bello, ma per placare la fame ci vuole un album intero.

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