Partirò per Bologna 2024

Banda Bassotti + Brigada Flores Magon + Bluebeaters + Uppertones + Gang + Dalton + Magnetics + Zona Popolare + Montelupo, Estragon, Bologna 20.04.2024

Oh boh, se hanno funzionato gli articoli precedenti procediamo anche con questo. Eccoci di nuovo sul luogo del delitto alla nuova edizione del Partirò per Bologna, abbiamo fatto 30 facciamo 31, come si usa dire. Arriviamo all’Estragon dopo un viaggio con una media di 40 gradi (ah come li rimpiangeremo nei giorni successivi) ed entriamo appena prima che si scateni la tempesta. Hanno appena aperto, per cui dentro c’è ancora poca gente, un paio di giri veloci e attaccano a suonare.

I primi sono tali Montelupo, il cantante è quello del Muro del Canto (oppure è il suo gemello con le stesse corde vocali), fanno cover in chiave folk di canzoni ottocentesche anarchiche, il che è apprezzabile pure per circa 3-4 minuti, dopodiché personalmente mi scasso le palle e rimpiango la tempesta; comunque in generale non c’entrano un cazzo con questo blog (la famosa “linea editoriale” cioè si parla di musica sottoculturale e stop, non usciamo dal seminato… e daje di risate e colpi di gomito) e quindi passiamo oltre.

E per oltre intendo gli Zona Popolare feat Rude dei mai troppo rimpianti Ghetto 84 (che poi ogni tanto ì Ghetto suonano ancora, ma secondo me ì Ghetto 84 potrebbero suonare ad ogni concerto Oi è ancora non sarebbe abbastanza e poi io rimpiango un po’ il cazzo che mi pare e piace). Gli Zona Popolare hanno qualche pezzo fico e qualche pezzo che non mi ha mai detto nulla, però con un personaggione come Rude acquisiscono quella marcia in più che me li fa apprezzare davvero tanto, e poi finiscono con la cover di “Feccia” dei Ghetto, e insomma che ve lo dico a fare… bravi bravi.

Secondo gruppo sono i Magnetics feat. Bunna (Africa Unite). Peccato che Bunna non si vedrà manco per sbaglio (peccato sì, perché ero curioso di vedere sto featuring); non solo, ma non verrà nemmeno citato da Olly e soci, il che contribuirà a far girare voci incontrollate che daranno il rasta torinese impegnato nel battere 20 a 0 la nazionale inglese segnando di testa su calcio d’angolo… come sapranno i frequentatori assidui di questo blog, i concerti dei Magnetics al sottoscritto piacciono o non piacciono a seconda dell’influenza degli astri, in questo caso probabilmente Venere era in linea con Plutone o chissà cosa si dice in questi casi, perché il concerto l’ho apprezzato, buona scelta dei pezzi e buona riuscita, almeno a mio parere.

Andiamo avanti coi Dalton, che ci regalano un’ottima (anche se breve) prestazione, energica e rabbiosa. Pochi fronzoli, apprezzo che nonostante fossero in pratica l’unico gruppo Oi della serata, se la siano giocata onestamente fino in fondo senza addolcire il loro suono (che poi non fanno propriamente Oi nemmeno loro, ma forse avete capito quello che intendo dai). Verso la fine del concerto Giallo ruzzola felice tra la folla. Non fanno “Marianne”, che secondo me è una delle più belle canzoni Oi degli ultimi anni (e anche oltre) ma vabbè, non si può avere tutto. Chiusura con bis (sembrerebbe non previsto) con “Estate”.

Si passa ai Gang, che con mio sommo dispiacere sono in versione acustica e non con la band al completo. Dico con mio sommo dispiacere perché li avevo già visti qualche mese fa in versione acustica e non che mi fossero dispiaciuti, ma speravo che a sto giro suonassero con tutti i crismi… niente da fare. In queste vesti quindi non sto a recensirli perché esulano dal nostro contesto. Suonano pochissimo e (e qui mi dispiace davvero) non fanno “Sesto San Giovanni” che è tipo una delle 10 canzoni più belle della storia. Peccato.

Tocca agli Uppertones, anche loro un trio ma loro suonano proprio così di loro, quindi non c’è da stupirsi. Devo dire che nel contesto del festival di oggi secondo me sono un po’ pesci fuor d’acqua, il loro è un misto di generi, swing, ska, reggae, soul, boogie, rock and roll e boh, aggiungete più o meno qualsiasi altro genere e sicuramente nel calderone di T-Bone e soci qualche influenza ce la trovate… un mix raffinato e stiloso ma non molto “militante” diciamo così. A me piacciono, non da strapparmi i capelli (che non ho) ma sicuramente un buon intermezzo intrigante, anche se forse il loro set è stato un po’ troppo lungo (me ne perdo un pezzo anche per concedermi qualcosa da mangiare, che la serata è lunga). La scelta di non avere basso e chitarra ad un certo punto fa perdere un po’ di mordente, diciamo così (poi per carità Phil Cuomo è bravissimo al piano, ce ne fossero).

A questo punto spazio ai Bluebeaters, che non avevo mai più visto dai tempi del Giulianone Palma, pensate un po’, si parla della preistoria. Ecco, devo dire che loro non mi hanno convinto. Il nuovo (vabbè, nuovo si fa per dire) cantante per essere bravo è bravo, ma non mi piace, non mi piace come è vestito, non mi piace come presenza sul palco, non mi dà emozioni. Spiace perché la qualità dei musicisti è davvero molto alta, e alcune canzoni sono innegabilmente buone, ma non scatta la scintilla tra me e la band. E anche il suono ogni tanto (le canzoni più recenti) sembra un po’ troppo patinato. Per onor di cronaca devo anche riportare che molti hanno apprezzato e sotto il palco si skankeggiava assiduamente.

Si ritorna al punk/oi con l’unico gruppo estero, i Brigada Flores Magon dalla Francia (avrei detto Parigi, ma da quanto ne so ora i BFM vivono sparsi per tutto il territorio d’oltralpe). Nonostante sia risaputo che io adori l’oi! francese, i Brigada non sono mai stati tra i miei gruppi preferiti; ho sempre ascoltato diversi loro pezzi e in certi casi li ho apprezzati, ma sono sempre stato un po’ freddo nei loro confronti. In parte anche perché, e ora devo spiegare bene perché altrimenti rischio di scatenare delle polemiche sterili e non volute, ritengo che i Brigada e la RASH francese/parigina abbiano fatto negli anni anche dei danni alla scena francese. E non perché “comunisti cattivi”, “gli antifascisti sono i veri fascisti” o altre frasi fatte del genere, ma perché in certe occasioni ritengo che sia meglio unire, o almeno provare a farlo, che dividere pretestuosamente, senza richiudersi nella torre d’avorio della purezza fomentando divisioni. Io capisco anche l’epica dei redskins parigini, le difficoltà di una scena come quella francese che era diventata per un periodo ricettacolo di fascismi vari, ma finito un certo periodo in Francia c’è stata anche una caccia alle streghe poco giustificabile, e si è assistito alla trasformazione di parte della scena skinhead in qualcosa di basato esclusivamente sulla politica. Infatti ad esempio quando i BFM salgono sul palco a livello stilistico sembra di vedere la peggio band hardcore, tra pantalonacci corti e canotte. Ma, tolto questo particolare, i Brigada Flores Magon fanno un concerto della madonna. Potenti, precisi, coinvolgenti e carichi, energia da vendere e anche buona tecnica. Li avevo già visti in passato (senza rimanerne troppo colpito) ma questo è stato senza dubbio il loro miglior concerto. Piacevolmente stupito, ottimo mix tra canzoni vecchie e nuove (l’ultimo album non l’ho ancora sentito a dire il vero, a sto punto forse me lo prenderò pure). Diamo a Cesare quel che è di Cesare (non ho alcun problema a riconoscerglielo), davvero bravi.

La Banda Bassotti al Partirò per Bologna non è un concerto, ma la cosa più vicina ad una funzione religiosa che possa esistere per un ateo. Questo detto come complimento eh. Un’esperienza che mescola canzoni, striscioni, cori, bandiere, discorsi, ricordi, energia, allegria, impegno, sudore… inutile quindi parlare di scalette, tecnica o altre definizioni che si userebbero per un concerto “normale”; si tratta di una festa, e credo che non possa esserci nessuno all’interno dell’Estragon che non abbia apprezzato (e se qualcuno non ha apprezzato non capisco davvero che ci facesse lì, si era evidentemente perso). Segnalo giusto una (inevitabile visto quanto accade nel mondo) versione dal vivo di un vecchissimo classico come “Nazi Sion polizei” che credo non venisse eseguita da decenni. Ah, ovviamente faccio lo stesso video alla Banda che avevo fatto al Partirò per Bologna versione 2023 (ovviamente non me ne ricordavo, me ne sono accorto quando l’ho caricato sul canale). Boh, provate a confrontare i due video e vediamo se trovate differenze tra le due annate.

Finita la Banda l’Estragon si svuota piuttosto velocemente (non è poi così tardi, dove andate tutti?) lasciando qualche irriducibile a ballare al dj set finale. Il Partirò per Bologna rimane un classico, una bella festa e un bel mix tra stili diversi di intendere, sostanzialmente, le stesse cose.

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