Le Bal Des Vauriens 2024

Warm Up (Take It In Blood + Instructor + Revertt) + Day 1 (Fracture + Class Sinners + Bromure + Asphalt + Last Resort + New York Hounds + Chisel)

Dopo l’ottima impressione data dall’edizione 2023 (documentata qui e qui, nel caso ve la siate persa), anche quest’anno l’appuntamento con il festival parigino è assolutamente immancabile. La line up è decisamente gustosa, presentando gruppi di stili diversi, con vecchie glorie che si alternano a band più recenti e alcune chicche davvero particolari. Un mix davvero di alto livello e selezionato con cura, bravi!

Devo dire la verità, a parte i Revertt (che avevo visto dal vivo anni fa proprio a Parigi, guarda che combinazione) non conosco nessuno dei gruppi della prima serata, ma questo non ci impedisce di partecipare. Il Le Klub è in pieno centro a Parigi, anzi, sotto Parigi, visto che si entra scendendo le scale per trovarsi in due piccole sale (una bar e l’altra sala concerti) con mattoni a vista e soffitti bassi. Una sorta di cantina o, visto che siamo a Parigi, di catacomba! L’atmosfera comunque è molto bella, anche se seguire i concerti non è molto agevole (lo spazio è davvero ridotto, soprattutto nella sala concerti dove il palco è in una posizione per cui è visibile solo da una parte della sala).

Iniziano i Take It In Blood, gruppo parigino hardcore, molto hardcore, hardcorissimo proprio! Hardcore molto metallico, scuola New York diciamo, pompatissimo e stile anni 90. A me personalmente il genere non fa impazzire, anzi; gli va riconosciuta una certa presenza scenica, però non è proprio roba per me, spiacente.

Dopo di loro è il momento degli Instructor da Bruxelles. Sempre hardcore ma più old school rispetto ai colleghi precedenti, boh diciamo Unoform Choice? Non lo so poi, di solito quando accosto band hardcore in realtà finisce che non c’entrano nulla. Comunque gli Instructor (tra di loro anche membri del gruppo oi! Terre Neuve) sono belli carichi e picchiano duro, anche in questo caso non è al 100% pane per i miei denti ma sono coinvolgenti quel tanto che basta per piacermi. Sotto il palco si accende un bel pogo, segno che alla gente piacciono. Se non sbaglio devono fare qualche data in Italia, se vi piace l’hardcore vi consiglio di fare un salto. Punto extra per la maglietta dei Camera Silens sfoggiata dal cantante.

A concludere la serata ci pensano i baschi Revertt; mi perdo parte del concerto perché sono a chiacchierare fuori, torno giù e davanti al palco è impossibile arrivare per cui mi piazzo a lato palco. I Revertt sono molto più hardcore che oi (molto molto), si agitano e urlano un sacco e la gente apprezza. Il concerto dura inaspettatamente poco, infatti non ho nemmeno il tempo di fare un video (ma dalla mia posizione si sarebbe comunque colto poco), anche loro non sono il mio genere ma gli riconosco una compattezza sul palco non da poco. Finito il loro set rimaniamo ancora un attimo al Klub e poi ci incamminiamo verso casa, il giorno dopo si preannuncia lungo…

Il giorno dopo la sfiga ci colpisce forte e chiaro, per cui sbagliamo il treno che ci dovrebbe portare al Kilowatt ma tornare indietro è praticamente impossibile visto che saliamo e scendiamo da circa 400 treni che vengono continuamente cancellati. Non siamo peraltro gli unici, ma c’è mezzo vagone di skins (qualcuno addirittura da oltreoceano) che alla fine si arrendono e arrivano in taxi al concerto. Il problema è che siamo mostruosamente in ritardo e il concerto è già iniziato. Se perdermi i Fracture mi dispiace ma fino ad un certo punto (alla fine prima o poi sono sicuro di beccarmeli), mi scazza molto di più perdermi i Class Sinners dall’Indonesia con cui avevo fatto due chiacchiere al warm up e mi erano sembrati molto simpatici (oltre al fatto che, venendo dall’Indonesia, non credo saranno a breve da queste parti). A dire il vero mezza canzone dei Class Sinners riesco pure a sentirla e non mi sembrano male, ma direi che è difficile azzardare una recensione su un minuto e mezzo di concerto.

Approfitto del cambio palco per salutare la nutrita combriccola italiana presente, rendermi conto che quest’anno sembra esserci molta più gente della scorsa edizione e rallegrarmi del fatto che il palco grande quest’anno è al coperto, visto che il meteo preannuncia pioggia (anche se fortunatamente alla fine quasi non se ne vedrà).

Prendo posto sotto al palco per vedere i Bromure, che mi sono recentemente perso a Bologna (la signora Influencer invece se li era visti) e che non vedevo live da tanti tanti anni fa ad un Pogorausch a Monaco. Belli belli belli, il loro oi! melodico (con sax annesso) che pesca a piene mani dall’oi francese anni 80 mi piace un sacco, la gente è presa bene, scalpita poga e si lancia in stage diving, “A la roquette” poi è davvero una canzone meravigliosa. Promossissimi, li raccomando a tutti, sia su disco che dal vivo.

Si passa sul palco piccolo per gli Asphalt, che onestamente non conoscevo. Mi rendo subito conto (e siamo solo ai primi gruppi del venerdì) che quest’anno sarà difficile trovare posto nella sala piccola, vista la quantità di gente presente. Gli Asphalt suonano un punk 77 musicalmente impeccabile, scuola vecchie compilation Killed By Death, tanto che ad un certo punto comincio a pensare che siano davvero un gruppo del ‘77 e penso a due possibilità a) i cui membri dimostrino incredibilmente meno degli anni che hanno perché fanno una vita sanissima e dormono nel freezer per non invecchiare b) abbiano cambiato tutta la formazione sostituendola con gente più giovane (alla fine capirò che semplicemente mi stavo confondendo con gli Asphalt Jungle, misconosciuto gruppo punk francese di fine anni 70). Invece gli Asphalt sono un gruppo attuale, vengono da Tolosa e se vi piace il punk 77, il garage ecc vi consiglio di dargli una chance perché fanno al caso vostro. Segnalo anche un pubblico, soprattutto quello più giovane, che li ha seguiti dall’inizio alla fine facendo un discreto bordello.

È arrivato il momento di una band leggendaria: signori e signori, i Last Resort! Alla sei corde stavolta c’è il chitarrista dei newyorchesi The Take, e sono in ottima forma. Giusto mix tra pezzi vecchi e nuovi, forse un pochino sbilanciato verso le canzoni degli ultimi dischi (sempre apprezzatissima “Never get a job”), ma ottimo concerto. Che dire di più? Spaccano sempre, se vi capitano a portata non ne resterete delusi. Roi Pearce è sempre Roi Pearce, ma in generale la band è sempre una macchina da guerra ben oliata.

Anche sui New York Hounds ammetto la mia ignoranza, non conoscevo la storia della band, che, per chi non lo sapesse, nasce come Royal Hounds fino alla tragica scomparsa del bassista e alla successiva reunion per alcuni show con il nome, appunto, di New York Hounds. Passando alla musica, è vero e proprio rock and roll di strada: oi, punk 77, bovver rock e power pop mischiati assieme, ed il risultato è una bomba. Ricordano per molte cose i loro concittadini Templars, con un cantante che è davvero un intrattenitore nato (oltre ad avere un’ottima voce). Sotto al palco c’è il delirio (guadagnare una posizione davanti è un’impresa impossibile) e la gente sembra conoscere a memoria tutte le canzoni, atmosfera caldissima insomma. Davvero un’ottima scoperta e un concerto caldissimo!

Ultimo gruppo della serata sono i The Chisel da Londra, e più che un concerto sembra una battaglia! Io li avevo già visti dal vivo a Bologna un annetto fa, e sì mi erano piaciuti, ma questa volta sono davvero fenomenali, degli schiacciasassi! Il suono è un po’ più hardcore dei precedenti lavori, le canzoni del nuovo disco funzionano alla grande e Callum Graham (sempre con una birra in mano) è un frontman davvero da paura per come domina il palco e incita il pubblico. Il resto della band non è da meno (il chitarrista degli Asphalt suona con loro, non capisco se sia un nuovo acquisto o se sia una sostituzione dell’ultimo minuto), la gente partecipa molto calorosamente al concerto, c’è una bella chimica. Insomma davvero un concertone, sto pensando di andare a vedere i Dropkick Murphys (che onestamente non sopporto più) al Carroponte solo per rivedere loro e sticazzi dei Dropkick!

Fine serata con selezioni ska original e balli sfrenati ancora per un po’, ad una certa però mi arrendo e arriva l’ora del taxi per tornare in città, visto che il giorno dopo si replica…

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