Cockney Rejects “Power grab” Cadiz Music CD 2022
ENGLISH VERSION BELOW (written in red!)
A 10 anni da “East end Babylon”, i Rejects ci regalano il loro decimo album di inediti.
Recensire un disco di quello che (insieme a 4 Skins, Business, Sham, Upstarts, Last Resort e Cock Sparrer- non includo i Blitz che per me sono ascrivibili al punk) è IL gruppo oi! per eccellenza è un’impresa difficile, che può sconfinare nell’adulazione pura e semplice o nella presunzione. Tutti gli album recenti di band storiche sono stati spesso definiti “capolavori” oppure “insulti ai bei vecchi tempi” a seconda di cosa si aspettavano i fans, più che giudicati per i loro meriti effettivi.
La formazione del disco è quella ormai stabile da 5 anni, con il sangue fresco di Joe Perry Sansome alle pelli e quel delinquente di Vince Riordan al basso (rientrato nel gruppo dopo la tragica scomparsa dell’ex Red London Tony Van Frater) che supportano lo zoccolo duro Jeff Turner/Micky Geggus.
Dal vivo i Rejects sono più di una band punk rock: sono uno dei pochi gruppi della scena ad offrire uno show da 100% consumati professionisti dello spettacolo. Quando salgono sul palco rispetto alle band precedenti è tutta un’altra storia: semplicemente non c’è partita.
E in questo disco, a prescindere da tutto, questo si sente: è un disco registrato, scritto e suonato da professionisti. Se nel 2022 esistesse ancora una scena rock degna di questo nome, “Power grab” non sfigurerebbe tra i dischi di band mainstream più “rispettabili” per la stampa musicale.
L’intro di “We were never get bothered”, con i suoi 90 secondi di chitarrina pulita, ti prende in contropiede ma non è pretenzioso o forzato come potrebbe sembrare (e come spesso succede a tante vecchie band che semplicemente non hanno più idea di cosa vogliono fare), ha un suo senso, e, appena parte il pezzo vero, con quella mini citazione di “I’m not a fool” (che forse sento solo io), siamo pienamente in territorio Rejects.
Negli anni questi (ex?) hooligans hanno dimostrato di essere anche più di un semplice gruppo oi (chi si ricorda il loro periodo hard rock/metal? Anche se a me, lo ammetto, non è mai piaciuto), e soprattutto, di suonare quello che gli va (e gli va riconosciuto, al di là dei gusti, di essere in grado di farlo). Per cui “Power grab” non è come “Forever” dei Cock Sparrer, ovvero un ottimo disco ma allo stesso tempo un’opera di puro fanservice, bensì un disco che si prende i suoi rischi, e, in parte, un omaggio a certo glam rock/ rock and roll, come nella (riuscita) cover di “Runaway boys” in cui pagano tributo addirittura agli Stray Cats. Secondo me, inoltre, i Rejects si sono ascoltati parecchio anche roba più moderna tipo i nostrani Giuda, e “Paper tiger”, a partire dal titolo, li ricorda molto (e gli riesce bene).
La passione per l’hard rock non è del tutto abbandonata, e in “40 years undefeated” c’è più di un eco di AC/DC o Rose Tattoo, mentre “My heart ain’t in It” potrebbe essere spacciato senza troppe difficoltà per un pezzo hair metal anni ’80 (tra Bon Jovi e i Poison). Più vicino al suono oi è invece il pezzo forse migliore dell’album, ovvero “Get your shit together”, divertente e persino “ballabile”. Altro pezzo più vecchio stile è l’altrettanto riuscito “That thing we do”.
Poi, ovvio, non tutte le ciambelle escono col buco, alcuni pezzi non sembrano molto ispirati, ad esempio l’insopportabile “Mug (You’re a long time dead)” o il deboluccio “Stab in the back”, scelto per il video di lancio
del disco (cosa secondo me piuttosto inspiegabile), o ancora “The cold light of day”, uno dei due pezzi (l’altro è “Learning to fly”, una simil ballata passabile) presenti solo sulla versione CD e per questo etichettati come bonus tracks.
A proposito: io ho la versione in CD, dal punto di vista della grafica decisamente minimale, cartoncino esterno, booklet con giusto un paio di foto e niente testi.
Insomma, che dire? Potrei dire che ho sentito dischi nuovi di gruppi storici decisamente peggiori, ma in realtà questo disco si regge decisamente in piedi da solo, anche se non fosse opera dei Rejects. Per durare 50 minuti (che per un disco punk sono decisamente tanti) non annoia quasi mai, ed è suonato e registrato molto bene. Il limite principale è che non si tratta in fondo di un disco memorabile e che pochi pezzi si faranno davvero ricordare. Un disco solido, però dubito che in futuro qualcuno dirà “I Cockney Rejects? Ah sì, quelli di Power grab”.
Voto: 7.5/10
Il pezzo migliore: “Get your shit together” (tamarro al punto giusto, ruffiano ma divertente)
Il pezzo meno riuscito: “Mug (You’re a long time dead)” (esageratamente hard rock)
ENGLISH VERSION
10 years later “East end Babylon” the Rejects release their tenth record. Doing a review of an album of THE oi band par excellence (with 4 Skins, Business, Sham, Upstarts, Last Resort and Cock Sparrer- not including Blitz, that I consider a punk more than oi band) it’s a difficult task; it could finish with pure flattery or presumption. All the recent albums released by historical bands have often been called “masterpieces” or “insults to the good ol’ days” whichever on what fans expected, more than fairly judged on its own merits
The line up of this album has been stable for 5 years now, with the fresh blood of Joe Perry Sansome on skins and that gangster, Vince Riordan, on bass (returned to the group after the tragic death of ex Red London Tony Van Frater) who support the hardcore Jeff Turner/Micky Geggus. Live the Rejects are more than a punk rock band: they are one of the few groups in the scene to offer a show from 100% consummate entertainment professionals. When they take the stage compared to previous bands it’s a whole other story: there’s simply no match.
And in this record, regardless of everything, you can feel it: it is an album recorded, written and played by professionals. If a rock scene worthy of the name still existed in 2022, “Power grab” would not disfigure among the records of the most “respectable” mainstream bands for the music press.
The intro of “We were never get bothered”, with its 90 seconds of clean guitar, catches you off guard but is not pretentious or forced as it might seem (and as often happens to many old bands who simply have no idea what they want to do), it makes sense, and as soon as the real piece starts, with that mini quote from “I’m not a fool” (which perhaps only I hear), we are fully in Rejects territory.
Over the years these (ex?) hooligans have proven to be even more than just an oi group (who remembers their hard rock/metal period? Although I, I admit, never liked it), and above all, to play what he likes (and he must be recognized, beyond the tastes, to be able to do it). So “Power grab” is not like “Forever” by Cock Sparrer, that is an excellent record but at the same time a work of pure fanservice, but a record that takes its risks, and, in part, a tribute to a certain glam rock/ rock and roll, as in the (successful) cover of “Runaway boys” in which they even pay tribute to the Stray Cats. In my opinion, moreover, the Rejects have also listened to a lot of more modern stuff like our own Giuda, and “Paper tiger”, starting from the title, reminds them a lot (and they do it well).
The passion for hard rock is not completely abandoned, and in “40 years undefeated” there is more than an echo of AC/DC or Rose Tattoo, while “My heart ain’t in It” could be passed without too many difficulty for an 80s hair metal piece (between Bon Jovi and Poison). Perhaps the best piece of the album is closer to the oi sound, that is “Get your shit together”, funny and even “danceable”. Another older style piece is the equally successful “That thing we do”.
Then, of course, first pancake never turns out the best, some songs don’t seem very inspired, for example the unbearable “Mug (You’re a long time dead)” or the weak “Stab in the back”, chosen for the video disc launch which in my opinion is rather inexplicable), or “The cold light of day”, one of the two songs (the other is “Learning to fly”, a passable similar ballad) present only on the CD version and labeled as bonus tracks.
By the way: I have the CD version, from the point of view of the decidedly minimal graphics, external cardboard, booklet with just a couple of photos and no texts.
Well, what can I say? I could say that I’ve heard new records by much worse historical bands, but in reality this record definitely stands on its own, even if it weren’t the work of the Rejects. To last 50 minutes (which is definitely a lot for a punk record) it’s almost never boring, and it’s played and recorded very well. The main limitation is that it’s not a memorable record after all and that few songs will really be remembered. A solid record, but I doubt anyone in the future will say “The Cockney Rejects? Oh yes, Power grab’s ones”.
Best song: “Get your shit together” (donkey, but in a good way, cozy up and funny)
Less successful song: “Mug (You’re a long time dead)” (too much hard rock)
Oi! Senza pietà 
[…] non può non essere celebrato a dovere. Certo, recensirli è dannatamente difficile, esattamente come dicevo in occasione del’ultimo dei Cockney Rejects (lo stesso motivo per cui gli riservo una recensione singola e non una doppia recensione come al […]
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