Dopo la recensione live, le due band condividono anche la recensione del disco… ora mi aspetto uno split
ENGLISH VERSION BELOW (written in red)
L’esperimento del Dr. K- Un cerchio rosso sangue, CD Flamingo Records, 2022
Come ho già detto in occasione del live report di un paio di mesi fa, con una band horrorpunk occorre stare attenti ai dettagli; dalla citazione al plagio, dall’omaggio al già visto, dalla teatralità al ridicolo passa veramente un nonnulla.
Il quartetto genovese mette cura e attenzione anche nelle piccole cose, dalla data di uscita del disco (Halloween 2022), all’omaggio al film del 1958 che ha dato il nome alla band nell’omonima canzone di apertura del disco, nella (bellissima) grafica del disco che fa tanto horror italiano d’annata…
Si parte bene, insomma, e quando si arriva alla musica è ancora meglio; 12 canzoni veloci e pungenti come se ci si beccasse una pugnalata dal coltellaccio che campeggia in copertina. Per chi non conoscesse il gruppo, siamo ovviamente in territorio Misfits e affini, con occasionali echi rock’n’roll quasi crampsiani nella meravigliosa “Berenice” o addirittura Demented Are Go come in “Horror safari”. In più i nostri hanno il dono (e secondo me è un dono, o ce l’hai o non ce l’hai) del riuscire a creare melodie immediatamente canticchiabili e che rimangono impiantate in testa come i chiodi di Pinhead. Prendete ad esempio il pezzo iniziale: solo 1 minuto e 17 secondi di canzone (comprensivi di intro di una quindicina di secondi), eppure in così poco tempo riescono a infilarmi quel motivetto del “due colpi per il no e uno per il sì” che non va più via! Questo anche grazie ad una voce davvero bella ed espressiva.
Un’ulteriore cosa che apprezzo dell’Esperimento del Dr. K è che loro, a differenza della maggioranza dei gruppi horrorpunk che si limitano alla semplice riproduzione dell’estetica horror, hanno ben compreso l’effetto sovversivo dell’horror, per cui (un po’ come i viterbesi Unborn, ma in maniera più sottile e meno esplicita) diversi loro testi hanno più livelli di lettura, riuscendo a mantenere una sottile ambiguità che, ben lontano dal risultare pedante, aumenta il fascino della band. Un aspetto che portano avanti coerentemente da “La città verrà distrutta all’alba” e per cui ribadisco il mio massimo rispetto.
Gran disco, ogni volta che lo metto su non riesco a toglierlo senza che lo abbia sentito un paio di volte almeno.
ll pezzo migliore: “Berenice” batte “Psicocinesi” anche per il modo con cui fanno risultare naturali e non forzati versi come “consunzione della carne/ un’estetica monomania/ un’ombra vaga e trasmutabile”
Il pezzo meno riuscito: “Loro lo sanno” è un po’ un riempitivo in stile “Mommy can I go out and kill tonight”, ma stavolta non gli riesce granchè. Poco male.
Amos & The Ruers “Resta il rock ‘n’ roll” Digipack CD Autoprodotto, 2022
Li avevo scoperti per caso dal vivo e li avevo amati, e credo che di loro si parli troppo poco, per cui anche se questo disco è uscito a metà 2022 mi sento in dovere di parlarne.
Togliamoci il dente: li apprezzo più dal vivo che su disco, probabilmente perché dal vivo suonano più veloce e più sporco, mentre il disco è un po’ più ragionato e attento alle sbavature.
Per farvi un esempio, un pezzo come “New Mexico” è INDUBBIAMENTE una bomba incredibile, con un songwriting favoloso (di quelli che vorresti che il pezzo durasse 10 minuti, tanto non potrà mai stancarti), ma lo trovo un po’ troppo controllato e addirittura forse ultra prodotto.
A prescindere dalle mie velleità da produttore mancato (come se ci capissi poi qualcosa per davvero), Amos e soci hanno un indubbio talento nello scrivere pezzi orecchiabili, divertenti e dannatamente rock’n’roll! In più la voce di Amos è davvero “calda”, il ragazzo ha soul! Fatto divertente: a me la sua voce ricorda tantissimo un gruppo che fece un singolo di successo negli anni 90 per poi sparire, ovvero i Vernice (ma voi ve li ricordate?), ma probabilmente è una somiglianza che sento solo io e su cui mi sono fissato.
Il fatto è che l’Italia ha un problema con il rock’n’roll, perché davvero non capisco come mai non li passino in radio al posto di tanta fetenzia. Alla fine un disco così non sarebbe poi troppo alieno per chi apprezza roba tipo Ligabue o Vasco Rossi o altro. Attenzione eh: quello che voglio dire non è che Amos & The Ruers facciano rock italiano o paragonarli a dei finti rockers in pensione, bensì che se uno come Ligabue scrivesse canzoni invece che roba stracciapalle da classifica, non sarebbe poi così lontano.
Entrando un po’ più nel dettaglio: 10 pezzi (se ne potevano forse tagliare un paio), punk, country, rock and roll, addirittura un goccio di folk (a scanso di equivoci intendo Bob Dylan, non Modena City Ramblers), di quelli che ti fanno battere il piedino per terra mentre li ascolti e che puoi tenere anche come sottofondo mentre cucini il ragù (negli USA sarebbe il chili, ma qui noi si fa il ragù).
C’è sicuramente chi si lamenterà che in questo disco in fondo non c’è nulla di nuovo, ma a me non frega un cazzo, io voglio roba buona, non roba nuova, e qui ce n’è.
Andateli a vedere dal vivo, mi raccomando.
Il pezzo migliore: mi piace molto anche “Oklahoma”, ma come ho scritto prima “New Mexico” non si batte
Il pezzo meno riuscito: “Come ti va” mi sembra poco ispirato e troppo classico, e piazzato in mezzo al disco fa scendere un po’ l’attenzione, sono brutale ma lo avrei tagliato
L’esperimento del Dr. K- Un cerchio rosso sangue, CD Flamingo Records, 2022
As I said in my live report a couple of months ago, if you’re an horrorpunk band you need to pay attention to the details; nothing really passes from citation to plagiarism, from homage to what has already been seen, from theatricality to ridicule.
But luckily the Genoese quartet puts care and attention into small things, from the release date of the album (Halloween 2022), to the homage to the 1958 film from which the band took its name (“L’Esperimento del Dr. K” is the italian name of the movie “The fly”, translator’s note) in the homonymous opening song of the album, to the (beautiful) graphics inspired by vintage Italian horror…
So, it starts well, and when it comes to music it’s even better; 12 fast and pungent songs as if you were getting stabbed by the knife that stands out on the cover. For those unfamiliar with the group, we are obviously in Misfits territory and the like, with occasional almost à la Cramps rock’n’roll echoes as in the wonderful “Berenice” or even Demented Are Go as in “Horror Safari”.
In addition these guys have the gift (and in my opinion it is a gift, either you have it or you don’t have it) of being able to create catchy melodies that remain implanted in the head like the Pinhead’s nails. Take for example the first song: only 1 minute and 17 seconds (including about fifteen seconds of intro), yet in such a short time they manage to slip into me that tune that it doesn’t go away! This is also thanks to a truly beautiful and expressive voice.
Another thing I appreciate about L’Esperimento del Dr. K is that they, unlike most horrorpunk bands who limit themselves to the simple reproduction of horror aesthetics, have well understood the subversive effect of horror, so (a a bit like Unborn from Viterbo, but in a more subtle and less explicit way) several of their lyrics have multiple levels of reading, managing to maintain a subtle ambiguity which, far from being pedantic, increases the charm of the band. An aspect that they carry forward consistently from “The city will be destroyed at dawn” and for which I reiterate my utmost respect.
Great record, every time I put it on I can’t take it off without having heard it at least a couple of times.
Best song: “Berenice” beats “Psicocinesi” also in the way they make lyrics like “consumption of the flesh / a monomania aesthetic / a vague and transmutable shadow” sound natural and unforced.
Less successful song: “Loro lo sanno” is a bit of a “Mommy can I go out and kill tonight” style filler, but this time it doesn’t succeed much. Not so bad, anyway.
Amos & The Ruers “Resta il rock ‘n’ roll” Digipack CD Autoprodotto, 2022
I had discovered them live by chance and I had loved them, and I think they are too underrated, so even if this record came out in mid-2022 I feel compelled to talk about it.
Let’s get this over with: I appreciate them more live than on record, probably because live they sound faster and dirtier, while the record is a little more reasoned and attentive to smudges.
To give you an example, a piece like “New Mexico” is undoubtedly an incredible bomb, with a fabulous songwriting (the kind you wish the piece lasted 10 minutes, you will never get tired of it anyway), but I find it a bit too controlled and even maybe ultra product.
Regardless of my ambitions as a failed producer (as if I really understood something), Amos and co have an undoubted talent in writing catchy, funny and damned rock’n’roll songs! Plus Amos‘ voice is really warm, the guy has soul!
The fact is that Italy has a problem with rock’n’roll, because I really don’t understand why they don’t play them on the radio instead of so much bullshit. In the end, a record like this wouldn’t be too alien for anyone who appreciates stuff like Ligabue or Vasco Rossi or whatever (translator’s note: they are italian fake rockstars). Attention: what I mean is not that Amos & The Ruers do Italian rock or compare them to fake retired rockers, but that if someone like Ligabue wrote songs instead of shitty stuff created just for the charts, he wouldn’t be that far away.
Going into a little more detail: 10 pieces (perhaps a couple could have been cut), punk, country, rock and roll, even a drop of folk (for the avoidance of doubt I mean Bob Dylan, not the Modena City Ramblers), those that make you tap your foot on the ground while listening to them and that you can also use as background music while you cook the ragù (in the USA it would be chili, but here we make ragù).
There are surely those who will complain that there’s nothing new on this album after all, but I don’t give a shit, I want good stuff, not new stuff, and there’s some here.
Go and see them live, please.
Best song: I really like “Oklahoma” too, but as I wrote earlier “New Mexico” it’s insuperable
Less successful song: “Come ti va” seems uninspired and too classic rock to me, and being in the middle of the album it lowers the attention a bit, maybe I’m brutal but I would have cut it
Oi! Senza pietà 