Il Complesso + Middle Finger + Hospital Food + The Eddies + Red Moon Heroes + Daelirium + Flatmates 205, Cinema Vekkio, Corneliano D’Alba, 23.04.2023

Ma perchè, dopo una due giorni di concerti che hanno lasciato segni indelebili sul mio fisico, non fare anche una bella scappata in Piemonte, ad un bel festivalino punk? Cosa mai potrà andare storto?

Mai stato al Cinema Vekkio in vita mia, nonostante ne abbia sentito spesso parlare, essendo questo posto nato ben 25 anni fa, nel 1998; e infatti fanno bella mostra, appese o usate come carta da parati, locandine di concerti di tantissime band, molte ormai sparite; quasi si può respirare la storia dell’underground qui dentro. Il posto, un po’ sperduto nelle bellissime campagne circostanti, è bello, spazioso ma non dispersivo, il palco grande ma non troppo lontano dalla platea (ecco, magari avrei tolto le transenne) e da bere è piuttosto economico (ormai continuo a bere per inerzia e rassegnazione).

Sono previste 7 band oggi, un bel numero! E di numeri ce ne sono tanti, oggi si parla molto: si festeggiano infatti i 15 anni de Il Complesso, i 10 anni dei Middle Finger e il primo disco dei Daelirium (che lo presenteranno proprio questa sera).

But why, after two days of concerts that have left indelible marks on my body, not also take a nice trip to Piedmont, to a nice little punk festival? What could possibly go wrong?
I’ve never been to Cinema Vekkio before, despite having often heard of it, as this place was born 25 years ago, in 1998; and in fact this place is full of posters, hung or used as wallpaper, of so many gigs and bands, many of which have now disappeared; you can almost breathe the history of the underground in here. The place, a bit lost in the beautiful surrounding countryside, is beautiful, spacious but not dispersive, the stage is big but not too far from the stalls (here, maybe I would have removed the barriers) and drinks are quite cheap (now I keep drinking just for inertia and resignation).
7 bands are expected today, quite a number! And there are many numbers, today there is much talk: in fact, we are celebrating 15 years of Il Complesso, 10 years of Middle Finger and the first album by Daelirium (who will present it this very evening).

Inizia il gruppo che ha (guarda caso) un numero nel nome: i Flatmates 205. Vengono da Torino e hanno appena fatto uscire il loro primo disco, “Pacific ways”, però solo in digitale (e su queste coordinate il digitale è ancora visto con l’occhio delle scimmie che osservano il monolite in “2001 Odissea nello spazio”). Sul palco sembrano ancora più giovani di quello che sono (beati loro), formazione classica due chitarre (con chitarrista/cantante) basso e batteria; per quanto riguarda il genere, diciamo che la maglietta dei Sum 41 che indossa il bassista non l’ha messa per caso. Si tratta di pop-punk/ hardcore melodico, diciamo in zona MXPX, Green Day, o gruppi Fat Wreck in generale, cantato a volte in inglese ed altre italiano.

Si tratta di un genere che, ammetto subito, non è proprio in cima alle mie preferenze; detto ciò i Flatmates 205 suonano bene e hanno alcune belle melodie, ma forse devono ancora prendere un po’ di confidenza col palco (secondo me scontano anche la mancanza di un cantante che faccia solo il cantante). Sicuramente il fatto di dover aprire il concerto non li ha aiutati, come anche il fatto che il pubblico deve in buona parte ancora arrivare, ma secondo me il gruppo fa troppa attenzione al suonare bene e con precisione piuttosto che vivere il momento e lasciarsi un po’ andare. Capiamoci, non è che un gruppo deve scazzare tutto, ma a mio parere dal vivo è meglio una nota stonata che rischiare di sembrare un po’ freddi. Comunque secondo me i margini di miglioramento ci sono tutti, quindi ora c’è solo da rimboccarsi le maniche e tener duro.

Begins the band that (coincidentally) has a number in its name: Flatmates 205. They come from Turin and have just released their first album, “Pacific ways”, but only digitally (and on these coordinates digital is still seen as the monkeys who observe the monolith in “2001 A Space Odyssey”). On stage they look even younger than they are (lucky them), classical formation two guitars (with guitarist/singer) bass and drums; as regards the genre, let’s say that the Sum 41 shirt that the bassist wears didn’t wear it by chance. They play kind of melodic pop-punk/hardcore, à la MXPX , Green Day, or Fat Wreck bands in general, sung sometimes in English and sometimes in Italian.

It is a genre that, I admit immediately, is not really at the top of my preferences; having said that Flatmates 205 play well and have some nice melodies, but perhaps they still need to get some confidence with the stage (in my opinion they also pay for the lack of a singer who is only a singer). Surely the fact of having to open the concert didn’t help them, as well as the fact that the audience has still to arrive for the most part, but in my opinion the group pays too much attention to playing well and precisely rather than living in the moment and letting ‘ go. Let’s understand each other, it’s not like a band has to screw everything up, but in my opinion live a sour note is better than risking sounding a bit cold. However, in my opinion, there is all room for improvement, so now we just need to roll up our sleeves and hold on.

Dopo di loro tocca ai Red Moon Heroes, ma io ho dei seri problemi a stare sotto al palco mentre suonano (in particolare il cantante), per cui niente recensione. E’ che ho avuto dei problemi, ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi e la tintoria non mi aveva portato il tight.

Tocca a questo punto ai Daelirium da Racconigi (TO), che poi sono quelli che presentano il disco di debutto, loro in formato fisico (un CD che sì, ho comprato e sì, recensirò, però con calma, per ora ho sentito tipo due canzoni e poi non so più dove l’ho messo, abbiate pazienza). Avrei voluto anche andarli a vedere a Torino coi Sewerheads ma poi non ce l’ho fatta (speriamo ci siano altre occasioni perchè i Sewerheads mi hanno detto tutti che non erano niente male). Comunque non divaghiamo. I Daelirium me li avevano venduti come punk ’77 ma non direi che facciano proprio punk ’77 (almeno per come lo intendo io), anche se un goccio di Slaughter & The Dogs ci può anche stare. E allora cosa fanno? Mah, fanno punk sicuramente, di scuola inglese, diciamo più punk 82 che 77, tipo i Vice Squad (non solo perchè entrambe le band hanno la voce femminile) o le band della No Future un po’ più melodiche (tipo boh, gli Insane o i Partisans). A prescindere da tutte queste menate se siano più così o cosà, comunque a me sono piaciuti molto, rabbiosi, suono potente (ecco, magari il chitarrista quando fa i cori non deve per forza sempre fare il vocione quasi growl, può anche sciallarsi un attimo); considerato che hanno iniziato da poco direi che possono diventare un gruppo davvero davvero interessante, ma in generale se passano dalle vostre parti andateli a vedere, ve li consiglio.

After them it’s up to the Red Moon Heroes, but I have serious problems being under the stage while they are on (especially the singer), so no review. It’s just that… I ran out of gas! I got a flat tire! I didn’t have change for cab fare! I lost my tux at the cleaners! I locked my keys in the car! An old friend came in from out of town!

So it’s the turn of Daelirium from Racconigi (TO), who are the ones presenting their debut album, in physical format (yes, I bought that CD and yes, I will review, but calmly, for now I’ve heard like two songs and then I no longer know where I put it, be patient). I also wanted to go to see them in Turin when they supported Sewerheads but then I didn’t make it (let’s hope there are other occasions becauseall told me that Sewerheads weren’t bad at all). However, let’s not digress. Someone told me that Daelirium play punk ’77 but I wouldn’t say they’re really punk ’77 (at least as I mean it), even if a drop of Slaughter & The Dogs could fit. So what do they do? Well, they definitely make punk, of the English school, let’s say more 82 punk than 77, like Vice Squad (not just because both bands have female vocals) or the slightly more melodic No Future bands (like uhm, Insane or maybe The Partisans). Regardless of all these beatings whether they are more like this or like this, in any case I liked them a lot, angry, powerful sound (here, maybe the guitarist when he does the backing vocals doesn’t necessarily always have to make a big voice almost growl, he can even shawl sometimes); considering that they have just started I would say that they can become a really really interesting band, anyway if they play in your area go and see them, I recommend.

Gli Eddies vengono da Dundee, in Scozia, e non li avevo mai ascoltati davvero (qualche canzone su YouTube conta?). Non sono niente male, mi ricordano i Resistance 77 e in generale sono un gruppo punk onesto e divertente da ascoltare anche se non si conoscono le loro canzoni. Cosa che detta così non sembra chissà che, ma in realtà io spesso se non conosco un gruppo dopo 15 minuti di concerto faccio una pausa con puntatina al bar. In questo caso faccio comunque un passo al bar, ma più che altro perchè sono un ubriacone, perchè il gruppo mi piace ed è coinvolgente (per completezza di informazione: mi dicono che sono stati molto bravi anche nelle altre date) per cui mi gusto quasi tutto il concerto davanti al palco, uno di quei gruppi che ti divertono e ti riappacificano col mondo.
Il Cinema Vekkio non è proprio pieno ma comunque la gente che doveva arrivare è arrivata, noto che c’è un’età media abbastanza bassa e che c’è molto affiatamento, segnale che da queste parti la scena non potrà magari vantare grandi numeri (d’altro canto non siamo in una metropoli) ma che sicuramente c’è stato più ricambio generazionale che da molte altre parti.

The Eddies come from Dundee, Scotland and I’d never really listened to them (do a couple of songs on YouTube matter?). They’re not bad at all, they remind me of Resistance 77 and in general they are an honest and fun punk band to listen to even if you don’t know their songs. What that says so does not seem like a great deal, but in reality, if I don’t know a group after 15 minutes of concert, I often take a break with a trip to the bar. In this case I take a step to the bar anyway, but more than anything else because I’m a drunkard, because I like the group and it’s engaging (for completeness of information: they tell me they were very good on the other dates too) so I almost enjoy whole concert in front of the stage, one of those groups that amuse you and make you peace with the world.

Cinema Vekkio isn’t exactly full but the people who were supposed to arrive have arrived anyway, I notice that there is a fairly low average age and that there is a lot of harmony, a sign that in these parts the scene may not be able to boast large numbers ( on the other hand we are not in a metropolis) but that there has certainly been more generational turnover than in many other parts.

Una decina di pezzi (o poco più) in poco più di mezz’ora e ora torniamo a suoni locali perchè tocca ai Middle Finger. Marco, il cantante, sembra davvero entusiasta (o forse, meglio dire, sembra completamente ubriaco, ahah), la band macina i pezzi uno dietro l’altro, veloce e compatta come sull’ottimo disco di qualche tempo fa (recensito qui, per chi se lo fosse perso). Non riesco a ricordare quando fosse l’ultima volta che ho visto i Middle Finger dal vivo, ma li trovo migliorati, sia a livello tecnico sia per coinvolgimento del pubblico (certo, sono favoriti anche dal fatto che giocano in casa). Diverse canzoni dall’ultimo disco (“La voce dei ragazzi”, “Vecchio pub”, “Canzoni”) e qualcuna del vecchio (“Lontano”), per un set notevole visto e considerato il grado alcolico raggiunto, bravi (ah, il chitarrista dei Middle Finger è lo stesso dei Daelirium, ma in questo caso i cori in stile growl sono più appropriati).

About ten songs (or so) in just over half an hour and now we’re back to local sounds because it’s up to Middle Finger. Marco, the singer, seems really enthusiastic (or maybe, better to say, he seems completely drunk, haha), the band grinds the pieces one after the other, fast and compact as on the excellent record of some time ago (reviewed here, for who missed it). I can’t remember when was the last time I saw Middle Finger live, but I find them improved, both technically and in terms of audience involvement (of course, they are also favored by the fact that they play at home). Several songs from the last disc (“La voce dei bambini”, “Vecchio pub”, “Canzoni”) and some of the old ones (“Lontano”), for a remarkable set given and considering the alcohol content reached, well done (ah, the guitarist of Middle Finger is the same as Daelirium, but in this case the growl style choruses are more appropriate).

A questo punto tocca agli Hospital Food, che io in passato avevo già visto un paio di volte visto che, prima del Covid, venivano in Italia una volta all’anno. Mi perdo l’inizio del concerto perchè ho davvero bisogno di mangiare, scusate, e quindi mi fiondo sulla grigliata che preparano nello spazio esterno del circolo. Una volta che recupero le forze rientro dentro. Gli Hospital Food hanno nel frattempo cambiato batterista (l’ennesimo), ma non hanno cambiato il loro genere, classico punk inglese diretto, schietto e senza fronzoli, ogni tanto più melodico e ’77 e ogni tanto più veloce e grezzo, un buon mix. Gli inglesi ci danno dentro, si sente la passione in quello che fanno, suonano molti pezzi nuovi rispetto alle altre volte, tant’è che non mi ricordo che abbiano fatto la loro classica canzone contro il Man United (tanto simpatica quanto da me detestata, ahah!).

At this point it’s up to Hospital Food, which I had already seen a couple of times in the past since, before Covid, they came to Italy once a year. I miss the beginning of the concert because I really need to eat, sorry, and then I sling on the grill that they prepare in the outer space of the club. Once I recover my strength I go back inside. Anyway, Hospital Food have changed their drummer (the umpteenth one), but they haven’t changed their genre, classic English punk direct, blunt and without frills, sometimes more melodic and ’77 and sometimes faster and rougher, a good mix . The English are at it, you can feel the passion in what they do, they play a lot of new songs compared to other times, so much so that I don’t remember them doing their classic song against Man United (as nice as I hate it, haha!).

Alla fine tocca al Complesso concludere degnamente la serata. L’ho detto e lo ripeto, sono una grande band live e stasera non fanno eccezione, per cui partono davvero forte con il loro punk rock/ oi sempre con un occhio a Klasse Kriminale, Sham 69, UK Subs eccetera. Mix di pezzi nuovi (“L’italiano”, “DIY or die”) e vecchi (“Nei fatti miei”, “Come un pugno”, “Voglia di fuggire via”), solito medley con “Noi” e la cover di “Torino è la mia città”, e solita carica nell’esecuzioni. Al solito Dario “Rude” cammina avanti e indietro sul palco presentando le canzoni e chiamando alle armi il pubblico che reagisce pogando e cantando assieme al gruppo più o meno tutte le canzoni. Finale con cover di “If the kids are united”, invasione di palco e casino vario e assortito, direi un ottimo bignami del punk/oi in poco più di mezz’ora.

We arrived at the end, it’s up to Il Complesso to round off the evening in a worthy way. I said it again, they are a great live band and tonight they are no exception, so they start really strong with their punk rock/ oi always with an eye on Klasse Kriminale, Sham 69, UK Subs etc. Mix of new songs (“L’italiano”, “DIY or die”) and old ones (“Nei fatti miei”, “Come un pugno”, “Voglia di fuggire via”), usual medley with “Noi” mixed to the cover of “Torino è la mia città”, and usual charging performance. As usual Dario “Rude” walks back and forth on the stage presenting the songs and calling to arms the audience who react by pogoing and singing along with the group more or less all the songs. Final with cover of “If the kids are united”, stage invasion and various and assorted mess, I’d say an excellent punk/oi summary in just over half an hour.

La serata finisce abbastanza presto (del resto è domenica sera e non tutti fanno ponte), il viaggio di ritorno dovrebbe essere solo una formalità e invece si trasformerà presto in un’odissea, ma è stato bello lo stesso esserci stati. Speriamo che le piccole realtà tengano duro; senza non è affatto la stessa cosa.

The evening ends quite early (after all it is Sunday evening and not everyone is on holiday on monday), the return trip should be just a formality and instead it will soon turn into an odyssey, but it was nice to be there all the same. Let’s hope the small crews hold on; isn’t the same without them.